“Cognitive Artistry” - Riscoprirsi attraverso la creatività

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Io queste persone le conosco già. Com’è possibile? Non le ho mai viste prima, eppure sembra di conoscerle da sempre” Questo il pensiero che ha attraversato le menti dei partecipanti al progetto EU+ Youth Exchange “Cognitive Artistry” in Ananda Gaorii, Danimarca. È strano da interpretare, tuttavia per noi fu così naturale da non cercare più una spiegazione razionale.

Undici giorni vissuti nella campagna danese, presso un centro spirituale che si presentava nascosto da fitti alberi per poi aprirsi nella vastità delle verdi colline stile sfondo Windows.

Protagonista è stata la generazione di europei tra i 18 e i 25 anni, provenienti da Grecia, Lettonia, Romania, Danimarca, Serbia e Italia. Non è stato difficile legare con chi culturalmente era più affine, ed è stato ancora più interessante avvicinarsi a realtà differenti in cui reciprocamente risiedeva l’intenzione di arricchirsi, di conoscere, di scoprire.

Durante il primo incontro correva un’energia di curiosità e diffidenza, normalissimo quando si aprono le danze di un progetto. Dopo una breve presentazione di ciò che ci aspettava, il coinvolgimento è stato assoluto, perché non eravamo dei meri spettatori: eravamo gli attori principali delle attività che avremmo svolto, ed anche i creatori per sviluppare progetti artistici. C’era chi si cimentava per la prima volta in determinate attività: le gambe tremavano ed il cuore volava.

Le giornate trascorrevano con naturalezza e con la collaborazione di tutti: chi la mattina si svegliava alle 5:55 per raggiungere il Dada (monaco della filosofia indo-buddista di Ananda Gaorii) che ogni mattina andava al mare per risvegliare il corpo nelle fredde acque del mare del nord: un tuffo, due bracciate e l’energia si riattivava; chi optava per una corsa; chi sceglieva un risveglio più dolce con yoga e meditazione. Abbiamo appreso varie discipline per entrare in maggiore connessione con il corpo: imparare a gestire il “tempio dell’anima”, ossia il nostro corpo, è qualcosa che diamo per scontato o che troviamo troppo difficile, eppure abbiamo capito che ognuno di noi è nel proprio corpo e nessun altro può starci, tanto vale conoscerlo meglio.

L’alimentazione ci aiutava a rimanere attivi e concentrati, a sentirci leggeri: abbiamo seguito la dieta vedica, quella rispettata dalla filosofia Ananda, prettamente vegetariana senza funghi, aglio, cipolla e uova.

La vita in comunità regalava lo stupore che la società contemporanea prova a toglierci: per esprimere al meglio il nostro potenziale dobbiamo connetterci con gli altri, pensare insieme, perché se si ha cura per l’altro automaticamente questa attenzione ricade su se stessi. Infatti inizialmente tutti storcevano il naso al pensiero di dover fare i turni per pulire le aree comuni, ma piano piano, l’apprezzamento e la naturalezza di svolgere anche determinate attività ha alimentato il senso di appartenenza.

Tanto è stato il divertimento! I facilitatori, Giancarlo ed Helena, ci hanno accolto il primo giorno con una interpretazione tra musica e pittura, accompagnati da una chitarra e oggetti di scena: una rappresentava la melodia e cercava la tela, l’altro era la tela e cercava la melodia, rispettivamente si cercavano per completarsi. Così hanno introdotto la metacognizione ed il suo sviluppo attraverso l’arte. La possibilità di esprimersi senza giudizi ha fatto sì che l’estro creativo di ognuno potesse emergere con più luce. Abbiamo giocato, ricercato oggetti in mezzo alla natura o facendo esercizi di espressione, come “qual è il tuo rumore?”; ci siamo assegnati un “buddy”, colui/colei con cui avremmo condiviso le reflection questions che ogni giorno cambiavano, l’abbiamo trovato girando intorno con gli occhi bendati e aspettando chi ci avrebbe stretto la mano per più tempo senza lasciarla: una ricerca ad occhi chiusi basata sulle vibrazioni del corpo.

Per alcune attività eravamo noi responsabili: dalla serata culturale al bonfire, dalla drum session alla ecstatic dance, dalla giornata al mare alle attività nell’orto e nel giardino. Ognuno era libero di decidere cosa fare, e ci si ritrovava nella grande indecisione di cosa scegliere… perchè ogni attività era affascinante e la si voleva vivere!

Attraverso l’arte, attraverso la condivisione di momenti intensi e goliardici, con il supporto dei facilitatori, della comunità e soprattutto del sostegno reciproco di ogni partecipante, siamo stati capaci di creare una dimensione, una società che armoniosamente procedeva nelle sue aspirazioni e nei suoi obiettivi. Una libertà all’interno delle regole sociali che la società di adesso non ci offre. L’opportunità di vivere con il nostro tempo, a ritmo della natura e dell’impegno reciproco ci ha prospettato un modo di vivere che credevamo impossibile, ed invece si può fare.

Giulia Greco

 

“Cognitive Artistry”, 10-21 giugno 2024, Ananda Gaorii, Danimarca, è uno scambio di giovani nel ambito del programma Erasmus+

 

  

 

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